Editoriale
Ho un sogno (I have a dream)
Sono passati soltanto 45 anni dal famoso discorso di M.L. King, quando gridò “ho un sogno”. Da allora questo grido è diventato l’espressione di un desiderio profondo, di un bisogno di cambiamento. L’elezione di Obama a Presidente degli Stati Uniti realizza questo sogno ed è significativo che questo evento abbia coinvolto molti italiani, a prova che anche gli italiani e gli europei hanno questo desiderio di cambiamento. E sperano che con Obama cominci un nuovo corso della storia. Non soltanto per il colore della sua pelle, ma anche per la forza del suo messaggio specialmente in materia di diritti, di pace e di uguaglianza.
Ora si tratta di elaborare programmi e di passare ai fatti e ciò implica confrontarsi con le regole di un sistema, con i suoi punti deboli e i suoi punti forti, un compito difficile che coinvolge i rapporti interni e internazionali a tutti i livelli, da quello dell’economia, a quello della sicurezza, a quello dell’ambiente e della salute. Soltanto così il sogno può trovare la strada per diventare realtà.
Un sogno – si sa – contiene qualcosa di più e di diverso rispetto ad un programma ed è importante che esso mantenga questo significato. Con Obama però abbiamo la prova che alla lunga i sogni possono avverarsi e questo basta per sostenere la nostra speranza e il nostro impegno verso il cambiamento.