Newsletter UNAR N.0
L'UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali – è stato istituito con il D. Lgs. n. 215/2003 in attuazione della direttiva comunitaria n. 43 del 2000, con funzioni di controllo e garanzia della parità di trattamento e dell'operatività degli strumenti di tutela, avente il compito di svolgere, in modo autonomo e imparziale, attività di promozione della parità e di rimozione di qualsiasi forma di discriminazione fondata sulla razza o sull'origine etnica. | ||||||||||||||||
Inforom #0 |
||||||||||||||||
OGGI |
||||||||||||||||
|
||||||||||||||||
ABITARE |
||||||||||||||||
UN VILLAGGIO A MILANO
"C'è bisogno di un villaggio per la presenza temporanea di Rom e sinti o di famiglie in difficoltà": la richiesta è di don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità di Milano. Non si tratta però di un luogo di passaggio, ma di offrire la possibilità di rimanere nel villaggio per il tempo necessario a trovare una casa e un lavoro, ha sottolineato il sacerdote, che ha raccontato dell’esperienza del Centro ambrosiano di solidarietà al Parco Lambro, dove sono state collocate alcune casette in cui hanno abitato fino ad ora 50 famiglie, che ora vivono in appartamenti. CAMBIA IL PROGETTO DI VIA IDRO A MILANO
Cambio di marcia del Comune di Milano sul campo Rom di via Idro. La giunta Pisapia ha intenzione di abbandonare il progetto, ideato dall’ex sindaco Moratti, di farne un campo di transito. Il progetto, dal costo di oltre 4 milioni di euro e finanziato con il cosiddetto Piano Maroni, prevedeva la realizzazione di piazzole e servizi per la sosta temporanea di Rom e sinti di passaggio. Ipotesi sempre osteggiata dalle associazioni del quartiere di via Padova, dal Consiglio di zona 2 e dagli stessi Rom harvati (sono 115 e sono tutti cittadini italiani) che ci abitano dal 1989. L’idea è di fare di via Idro (che si trova in un'area lungo il Naviglio Martesana a ridosso dello svincolo della tangenziale est di Cascina Gobba) un laboratorio per l'integrazione lavorativa e abitativa delle famiglie che ci abitano e prevedere la chiusura del campo. |
||||||||||||||||
FORMAZIONE |
||||||||||||||||
UN PROGETTO PER LE CITTÀ DEL SUD
Un grande progetto per il sud. E’ quanto contenuto in un bando che ha l’obiettivo di accrescere le competenze di chi lavora per l’integrazione dei Rom. Coinvolte 14 città tra Puglia, Calabria, Campania e Sicilia. Le domande vanno presentate entro il 16 gennaio. Il progetto Com.In.Rom. è gestito dal Consorzio Nova onlus, è finanziato dal ministero dell’Interno e prevede corsi di formazione. IL MINISTRO RICCARDI SULLA SCUOLA
“L’abbandono scolastico è una piaga per i bambini Rom e sinti. D’altronde come si fa a restare fedeli alla frequenza scolastica quando si è spostati di campo in campo? L’incremento delle borse di studio è decisivo”. Lo ha detto il nuovo ministro alla cooperazione internazionale e all’immigrazione, Andrea Riccardi, annunciando nuove politiche per i Rom. |
||||||||||||||||
CULTURA |
||||||||||||||||
UNA MOSTRA FOTOGRAFICA
“Le persone Rom in Italia", di Steed Gamero, è una mostra fotografica itinerante che illustra la condizione delle famiglie Rom in Italia. Le immagini ritraggono la vita quotidiana nei campi e nei rifugi di fortuna, così come la tragedia degli sgomberi e delle persecuzioni razziali. Fotografie che documentano anche l'identità culturale che le famiglie Rom sono riuscite a conservare nonostante l'emarginazione e la pulizia etnica a cui vengono sottoposte. |
||||||||||||||||
EUROPA |
||||||||||||||||
L’UNAR E LE STRATEGIE DI INTEGRAZIONE
In seguito alla decisione della Commissione Europea di sollecitare gli Stati membri a elaborare strategie nazionali di inclusione dei Rom e ad adottare misure di intervento per il miglioramento delle condizioni di vita di queste popolazioni, il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio ha designato l’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) Punto di contatto nazionale per le strategie di integrazione di Rom, Sinti e Camminanti. Di conseguenza, l’Unar ha predisposto un avviso per raccogliere le manifestazioni di interesse a partecipare al percorso che dovranno essere spedite entro le 13 del 31 gennaio 2012, anche mediante consegna a mano a: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica, Largo Chigi, 19, 00187 Roma. |
||||||||||||||||
DIRITTI |
||||||||||||||||
I GIORNALISTI POTRANNO ENTRARE NEI CIE
Nei Cie, i Centri di identificazione ed espulsione dove vengono rinchiusi i cosiddetti “clandestini” (e tra loro i Rom), potranno entrare i giornalisti. Dopo il blocco voluto dall’ex ministro degli interni Maroni, ora arriva la decisione positiva della nuova ministra della giustizia, Cancellieri. La Federazione della stampa, il sindacato dei giornalisti, commenta: “E’ una decisione che giova anche alla credibilità delle istituzioni italiane preposte all’accoglienza degli immigrati”. |
||||||||||||||||
LE BREVI
Una casa a Lamezia
Meno burocrazia per lavorare
Un documentario sull’Ungheria
La cultura Roma a Brno
Il teatro di Mosca
Sinti mantovani a lutto
I francescani di Rovigo
I tunisini di Milano
Stage europeo per laureati Rom
I Rom in Macedonia
Permessi di soggiorno a caro prezzo
Protezione |
||||||||||||||||
RECENSIONI |
||||||||||||||||
in corso di pubblicazione su La Rivista di Servizio Sociale n.4/2011
Stancanelli B., La vergogna e la fortuna. Storie di Rom, Marsilio, Venezia, 2011 Chi ha scelto di lavorare con le parole (…) sa che, a volte, le parole mentono: travestono, travisano, trasformano. Ma non abbiamo altro strumento per dirci, non possediamo altro modo per conoscerci”. Inizia così il libro di Bianca Stancanelli “La vergogna e la fortuna. Storie di rom”. L’autrice, nota giornalista, sceglie sin dalla prima riga di informare il lettore del difficile compito che lo attende: leggere e soprattutto decifrare un insieme di parole dure, a tratti agghiaccianti sulla realtà dell’integrazione dei rom nel nostro Paese. Nel dar voce a ciò che ha visto con i suoi occhi, alle tante persone ascoltate e incontrate, la Stancanelli riesce a farci toccare il fondo della miseria più nera, della rassegnazione più oscura, per farci poi volare sulle ali della parole cariche di speranza e di futuro di tanti giovani rom che non hanno ancora scritto la parola fine sul loro destino. Anzi. Hanno appena preso la penna in mano, prestatagli, per ora dall’autrice, per delineare i tratti di una comunità frastagliata in cui emergono i tratti di una cultura in movimento che non si appiattisce su stereotipi e su definizioni accademiche che la vogliono ancora nomade o in definitiva crisi. Certo i nostri pregiudizi sono forti, le “maschere” dietro cui mettiamo la nostra faccia e quella dei rom sono ancora troppe e trasversali ad ogni settore della nostra società. Dagli eccessi di antigitanismo espressi quotidianamente dalla politica e dai media, all’ignoranza di alcune fasce della popolazione che scaricano sui rom le loro aspettative disattese; dai decreti di impossibilità all’aiuto esplicitati da molti attori del welfare nostrano, per giungere alle considerazioni che si vogliono acute e sottili di quelle che l’autrice definisce “le anime belle” della sinistra. La sostanza è sempre la stessa. Siamo tutti d’accordo. Gli zingari non vogliono lavorare. Chiedono l’elemosina per cultura e non per necessità. Non vogliono studiare. Hanno paura di sedentarizzarsi. Sono troppi. Tutto vero? Tutto falso? Retorica a parte, è il caso di dirlo: è semplicemente tutto falso, almeno quanto l’idea che tutti i siciliani siano tutti mafiosi. Se si sgomberano per un po’ i propri pensieri e ci si libera dalle proprie convinzioni diviene impossibile leggere queste pagine senza provare commozione e rabbia. La vergogna e la fortuna è scritto nel titolo. Vergogna, per non aver mai parlato prima con un rom senza aver fatto calare le maschere, per la fatica a dimettere il pregiudizio. Eppure, mentre si sfogliano le quasi 400 pagine del libro, se si è fortunati, alla fine il pregiudizio cade. E allora fortuna, la stessa sperimentata da tanti rom che hanno deciso di investire sull’istruzione dei propri figli nonostante tutto. Fortuna che ognuno di noi possa finalmente leggere e rileggere questo libro, il cui sottotitolo dovrebbe essere a ragione “nessuno guarderà un rom allo stesso modo dopo aver letto queste pagine”. Eva, Danciu, Lenuca, Menji, Marta, Baraba, Bruno, Graziano, Kristan, Beda, Erminia, Susanna, Mina, Vesna, Mioara, Neves, Elena, Marco, Nazareno, Malena, Maria, Boban, Laura, Humiza, Bayram. Tanti nomi e altrettante storie, legate da un filo rosso: quello di un ponte lanciato tra un passato ed un presente fatti di oppressione, persecuzione, miseria ed errori ed un futuro che stenta ad arrivare, che nessuno vuole vedere ma che è già realtà per moltissimi rom: una integrazione “de facto” che passa principalmente per l’istruzione come scelta condivisa tra la comunità rom e quella dei gagè (non rom) e per la ricerca di un lavoro dignitoso. E’ difficile da digerire che in Italia ci siano solo una decina di rom che finiscono ogni anno le scuole superiori e che non siano poi quelli inclusi nei progetti di scolarizzazione. Soldi spesi: tanti. Risultati: pochi. Quindi cosa fare? Un anno zero dei propri pensieri e delle proprie convinzioni aiutando i rom che lo vogliono a prendere in mano la penna e a scrivere il proprio futuro. E perché no, anche ili proprio passato. Certo è vero, in questo modo un giorno saranno in grado di scrivere e denunciare anche il presente in cui sono costretti a vivere. Che non sia proprio questa la nostra paura più inespressa e condivisa. Un libro di inchiesta sui soldi sprecati e le occasioni mancate. Una ricerca scientifica sullo stato dell’arte della scolarizzazione del popolo rom. Un libro che dà finalmente la parola ai rom e che chiede a tutti i protagonisti degli ultimi anni di dire la loro sulla realtà degli “zingari” nel nostro Paese. Un libro che attendevamo.
Roberto Bortone
|
||||||||||||||||
|